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Faro di Bibione

L'esperienza

Dal punto di vista naturalistico, la zona è un vero e proprio gioiello da scoprire. Il percorso a tratti s’infila nel fitto di un’antica pineta di pini neri d’Austria e per questo adatto anche negli afosi pomeriggi estivi.

Verso le foci del fiume si vedono le dune fossili, gli argini stessi del fiume sono ricchi di vegetazione spontanea e il sottobosco della pineta nasconde stupende fioriture primaverili: a marzo fioriscono le eriche (Erica carnea) e ciclamini; ad aprile-maggio le orchidee e il lino delle fate piumoso (Stipa veneta). Senza dimenticare che è un paradiso per piccoli animali.

Tra i gioielli della fauna selvatica ci sono lucertole campestri, ramarri, raganelle italiche, le testuggini di Hermann (rare altrove ma diffuse a Bibione) e numerose specie di uccelli, come gli usignoli e l’occhiocotto, tipico uccellino della macchia mediterranea.

Il percorso del faro attraversa la cosiddetta “zona degli istriani”, un’area così chiamata perché diede ricovero ai profughi dell’Istria negli anni Cinquanta. Abili coltivatori, gli istriani importarono le tecniche colturali della loro terra e diedero vita negli anni a numerose Aziende agricole. Ancora oggi, percorrendo il dedalo di vie che hanno i nomi di città e paesi d’oltreconfine (via Pirano, via Umago, via Pola, ecc…) si possono ammirare distese di campi mirabilmente coltivati, piantagioni di alberi da frutto e aiole interamente dedicate alla coltivazione del prelibato Asparago Bianco di Bibione.

Attraverso questo itinerario si raggiunge il Faro, oggi in disuso, vecchio guardiano di questo lembo di spiaggia che confina con la foce del fiume, perfetta per salutari passeggiate, a piedi e in bicicletta, anche fuori stagione.

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